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al testo di Nando Lucchese
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Se l'oggi potesse scegliere le ragion della sua vita -rosata Dafne, ciliegia incantata acero ingiallito o caldo solstizio-, ei sarebbe un giorno d'estate. Carboncinea effige, vitale campe e campagnole le strade percorse dall'uomo coi frutti del carrello migrante di paesi.
Ah il canto della cicala...
Due piccoli grumi di terra dopo l'aratura teneramente guardandosi vedon il comun filo crescere silenzioso -la nostra piantina- che il cielo delle diurne stelle l'occhio scruta e la fantasia librata tocca forme di cuscini passeggeri. S'egli potesse scegliere sole rurale sarebbe: del vecchio mattone in rovina cura e luce farebbe tra l'ombrose foglie dipinte e l'aria scirocca dove i rami si districano intorno. Le seducenti more colpiscono il palato intenso gusto alla bocca, e dopo le divise strade attorniate insieme assaporarne il piacere. Se potesse scegliere il giorno si farebbe panchina: arrugginita solitaria nella controra cantante delle nostre storie, in lungo e in largo del lieve riposo, il sogno de'contadini. Ponte di fanciullezza l'oggi è ora e per sempre: un bucolico abbraccio di virtù d'amore, l'unico sentimento mio dolce per te.
-Nando- 12/2/16 |
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